La storia del parrozzo e della pasticceria abruzzese di Luigi D’Amico (il pasticciere che ha creato questo dolce tipico abruzzese) e la sua amicizia con il poeta Gabriele D’Annunzio.
Durante gli anni trascorsi al Vittoriale Gabriele D’annunzio aveva intrattenuto frequenti rapporti epistolari con il pasticciere pescarese Luigi D’Amico, il quale nel 1926 e 27, aveva creato due dolci, il parrozzo e il Sensa Nome”.
Dolci che, inviati a Gardone di Riviera, avevano trovato ampio consenso da parte del poeta il quale, dopo aver assaggiato il Parrozzo, scrisse addirittura a D’Amico un sonetto dialettale che terminava con i versi:
Benedette D’Amiche e San Ciattè
O Ddie, quanne m’attacche a lu parròzze,
ogne matine, pé lu cannarozze
passe la sise de l’Abbruzze mé.
A queste due gustose creazioni, d’Annunzio non rinunciò mai: “Ti sono tanto riconoscente della tua costante e vigilante amicizia ma alla riconoscenza si mescola il rancore per la continua sopraffazione di donatore”.
Oggi, la ricca documentazione appartiene a Pierluigi Francini, attuale titolare dell’azienda, e nipote di Luigi D’Amico, grazie al quale è stato possibile realizzare una mostra fotografica a Garrufo, in provincia di Teramo.
Le immagini esposte a Garrufo (una parte della collezione) raccontano infatti la storia dell’industria dolciaria abruzzese, ripercorrendo i rapporti che il fondatore ebbe con d’Annunzio (del quale quest’anno ricorre il settantesimo anno della morte).
Come disse il grande De Filippo con la sua saggezza napoletana a D’Amico:
ricorda che il parrozzo aggiunge un filo alla trama della vita.
Autore: Enrico di Carlo.