Guida Enogastronomica: questi sono i famosi liquori marchigiani

Il 31° appuntamento con questa guida enogastronomica alla scoperta dei prodotti tipici del Piceno.

In questa puntata, scoprirai maggiori informazioni su 2 liquori, l’Anice ed il Mistrà.

L’anice: Il liquore della tradizione marchigiana

semi di anice

Liquore bianco trasparente, di buona fluidità, elevata intensità olfattiva con forti note di anice.
Al gusto si presenta mediamente dolce, di corpo, con retrogusto secco e amaro.

La sua storia e la zona di produzione

L’anice è una delle spezie più antiche e per questo si è diffusa in molte cucine.

La zona di produzione comprende l’intero territorio amministrativo delle province di Ascoli Piceno e Macerata.

Gli abbinamenti dell’anice

Solitamente è abbinato a prodotti di pasticceria o usato come digestivo.

 

Il Mistrà: l’ammazzacaffè marchigiano

Nelle campagne marchigiane il Mistrà è un ammazzacaffè tradizionale prodotto, per distillazione alcolica e aromatizzazione, oltre che con l’anice verde – diffuso sui monti Sibillini – con finocchio selvatico o con frutta (mele, arance).

 

La sua storia e la zona di produzione

La bibliografia spiega che il termine Mistrà deriva da una città bizantina.

Il liquore veniva degustato da pastori e contadini ed oggi è uno dei prodotti locali più conosciuti su scala nazionale e non solo.
La zona di produzione è la stessa dell’anice, provincia di Macerata e Ascoli Piceno.

 

Gli abbinamenti

Il mistrà è servito puro per i suoi intensi aromi o come correzione al caffè.
È ottimo anche come digestivo, ma è anche dissetante, diluito in acqua naturale freschissima.

È squisito a piccole dosi sul sorbetto al limone e ravviva il gusto di creme in pasticceria.

In cucina serve per fiammeggiare il coniglio in porchetta già cotto e per marinare il carpaccio.

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